RIPORTANDO TUTTO A CASA OVERO LA NASCITA DELLA CONTRO CULTURA AMERICANA II PARTE
La coolness espressa in questo disco è già nella foto di copertina, scattata con una lente distorta che esprime una visione psichedelica in anticipo sui tempi, e la confusione che sta sfociando nella società americana e che Dylan è consapevole di rappresentare (“Accetto il caos, non sono sicuro che il caos accetti me”).
Negli anni 70, era una pratica comune per i fan studiare attentamente le copertine degli LP riflettendo sul significato delle immagini presentate loro. Ma nel 1965 la profondità delle copertine degli album musicali più popolari non si estendeva molto oltre una ripresa della band che appariva meschina e lunatica, o felice e giocosa a seconda dell'immagine che avevano scelto di ritrarre. All’inizio di quell’anno, però, Bob Dylan si stava già preparando a sfidare i limiti e le aspettative applicati agli artisti di musica popolare. Non solo si stava preparando a uscire dalla scena folk puritana lanciando il rock’n’roll nel suo nuovo album, ma era anche pronto a giocare ulteriormente con i preconcetti del pubblico con un album la cui copertina accennava a un mondo di influenze e punti di riferimento precedentemente inesplorati.
L'intero packaging, incluse le surreali note di copertina sul retro, riflettono un artista pronto a rappresentare qualcosa di culturalmente molto più formidabile di quanto di lui si sapeva fino ad allora.
Nell’apparente disordine di quel salotto borghese ci sono i simboli dell’America del 900, passati e contemporanei. Dylan tiene in mano una rivista aperta su un articolo sull’attrice simbolo del cinema americano degli anni 30, scomparsa giovanissima, Jean Harlow. Sparsi qua e là vi sono svariati dischi di artisti, tutti o quasi americani, come alcuni di The Impressions, il padre di tutti i bluesmen Robert Johnson, l’indiano Ravi Shankar che pochi anni dopo grazie ai Beatles sarebbe diventato un idolo della generazione hippie, l’austriaca Lotte Lenya moglie di Kurt Weil, grandemente ammirato da Dylan e l’amico folksinger Eric Von Schmidt. Spunta anche una copia del precedente disco del cantautore, Another Side. C’è una copia della rivista Time con il presidente americano Lyndon B. Johnson in copertina, quello che prese il posto dell’assassinato Kennedy, mito dei giovani americani, e che trascinò il paese nell’escalation in Vietnam. Sulla mensola del camino, alla sinistra del dipinto, un album di Lord Buckley, poeta e attore appartenente alla Beat Generation, una copia di GNAOUA, rivista dedicata all'esorcismo, e un misterioso collage di vetro colorato raffigurante un volto di clown. In primo piano, in basso a sinistra della fotografia, campeggia un inquietante cartello con la scritta Fallout Shelter, ovvero rifugio antiatomico, allora, nel pieno della Guerra Fredda, lo spauracchio con cui convivevano milioni di americani. Forse l'indizio più comprensibile, dato il putiferio seguito alla pubblicazione del disco. Era come se Dylan stesso avesse già predetto la rivoluzione che l'album, con la sua inaspettata svolta rock, avrebbe innescato, ma rimane una foto enigmatica, così come enigmatico è l’artista in essa ritratto che ha messo via gli abiti sdruciti del folksinger di protesta per indossare un elegante completino giacca pantaloni e stivali neri, da autentico hipster. Per terra anche una copia dell’I Ching, il libro divinatorio cinese che a partire dagli anni 60 diventerà inseparabile compagno di tutti i radical chic.
L’affascinante donna sul divano è Sally Grossman, moglie del suo manager, che incarna la donna distaccata e superiore di Love Minus Zero. Insomma, quella foto rappresenta il nuovo che avanza nell’America che dorme ancora tranquilla, due drop out che “sanno” e che guardano senza giudicare.
Il disco si apre con una esplosione devastante, un brano di soli due minuti il cui riff ritmico riprende un brano di Chuck Berry, Too Much Monkey Business sul quale Dylan srotola una salva di versi implacabile, quasi proto rap. E’ il manifesto della nuova America giovane e contro: droga, agenti dell’FBI, paranoia, perdenti e emarginati dalla buona società, fuga dalle istituzioni scolastiche. Insomma, ribellione. In questo caotico annuncio, con nonchalance Dylan lascia correre parole d’ordine che rimarranno scolpite tra i giovani americani: “Non ti servono le previsioni del tempo per capire da che parte tira il vento”. Tanto le sue parole colpiscono la società, che nascerà un gruppo politico estremista che si ispirerà a questo verso per darsi il nome, i Weathermen, i meteorologi. E ancora: “Non seguire i leader”, “don’t follow leaders”: Bob Dylan è il grande guru dell’anarchia.
Johnny è giù in cantina
a mischiar la medicina,
io sono a terra
a pensare a chi governa,
l'uomo col cappotto,
distintivo in vista, licenziato,
dice di avere una brutta tosse
vuole essere rimborsato.
Attento ragazzo
è qualcosa che hai fatto
Dio sa quando
e lo stai facendo di nuovo.
nasconditi mentre attraversi la strada
(…)
Maggie arriva di fretta
faccia piena di fuliggine
dice che gli sbirri
le hanno messo una spia nel letto ma
il telefono è ugualmente sotto controllo.
Maggie dice che ha sentito dire
che li cattureranno ai primi di Maggio,
ordine del procuratore distrettuale.
Attento ragazzo
non importa cos'hai fatto
cammina in punta di piedi
non sballarti
stai alla larga da chi
porta con se la canna di un idrante
assicurati che il tuo naso sia libero
occhio agli agenti in borghese
Del brano verrà girato anche un iconico video clip, considerato il primo della storia, in cui Bob Dylan, in un vicolo di Londra, con sullo sfondo il poeta Beat Allen Ginsberg e l'amico Bob Neuwirth, lascia andare cartelli scritti a mano con frasi tratte dalla canzone. Non mima i versi del brano, si limita a guardare in camera con uno sguardo ammonitore.
Il brano successivo, She Belongs to Me, è un accattivante slow blues dall’incedere melodico in cui Dylan ritrae la degna compagna di un hipster come lui. Addio alle ragazze folk con la lunga gonna a fiori e i lunghi capelli (Joan Baez): in sostanza un’artista a tutto tondo, di quelle che animavano la Factory di Andy Warhol. Una donna decisa, anche cinica, che la legge non può neanche toccare, davanti a cui inginocchiarsi e che soprattutto non si guarda indietro (“she don’t look back”) che sarà il motto esistenziale dello stesso Dylan, che potrebbe essere lui la donna descritta nel brano. Non manca la bordata di cui è ricco il disco rivolta al vecchiume che sta per soccombere davanti al nuovo che avanza: “E' una collezionista di ipnotisti e tu sei un pezzo d'antiquariato ambulante”.
Ha tutto ciò che le serve
è un'artista e non si guarda indietro
Ha tutto ciò che le serve
è un'artista e non si guarda indietro
E' in grado di portare via il buio della notte
e colorare di nero la luce del giorno
(…)
Non incespica mai d'altronde
non ha un posto dove cadere
Non è figlia di nessuno
e la legge non può sfiorarla affatto
Il potente rock blues di Maggie’s Farm squarcia lo scenario con un ritmo implacabile. Da sempre considerato l’addio malmostoso di Bob Dylan alla scena folk, in realtà è molto di più, è una messa sotto stato di accusa degli Stati Uniti d’America. Dylan si chiama fuori da governanti e oppositori, come faranno presto milioni di giovani americani:
Non voglio più lavorare nella Fattoria di Maggie
No, non voglio più lavorare nella Fattoria di Maggie
Beh, mi sveglio la mattina
unisco le mani e prego l'arrivo della pioggia
Ho la testa piena di idee
che mi fanno impazzire
è una vergogna il modo in cui mi fa strofinare il pavimento
Non voglio più lavorare nella Fattoria di Maggie
Tutta la famiglia è chiamata in causa: fratello, padre (chiaramente il presidente degli Usa), madre (la religiosità bigotta che ha fondato l’America stessa):
Non voglio più lavorare per il padre di Maggie
(…)
La Guardia Nazionale staziona fuori dalla porta
(…)
Non voglio più lavorare per la madre di Maggie
(…)
lei parla con i servi
dell'uomo, di Dio e della legge
Tutti dicono
che sia la mente dietro al padre
Il brano, come quasi tutti quelli di Dylan, supera ogni barriera temporale, tanto che negli anni 80, i musicisti inglesi la useranno come inno dei loro concerti in opposizione a “Maggie” Thatcher.
Love Minus Zero/No Limit è un delizioso brano pop dalla melodia affascinante. In poche strofe, Dylan descrive quello che vede nelle strade di New York, una nuova generazione in cui spicca una ragazza brillante che, nonostante la giovane età, sembra aver capito tutto della vita e del mondo. Dove lo ha imparato? Tirandosi fuori dal mondo dei padri e abbandonandosi al rock’n’roll. In mezzo a gente confusa che cerca disperatamente una direzione, lei “sa troppe cose per mettersi a discutere o a giudicare”.
Il mio amore parla come il silenzio
senza ideali né violenza
non ha bisogno di dimostrare la sua fedeltà
eppure è vera come il ghiaccio, come il fuoco
(…)
Al mercatino delle pulci e nelle stazioni dei bus
la gente discute la situazione
Legge libri, ripete citazioni
Disegna conclusioni sul muro
Alcuni parlano del futuro
Il mio amore parla con dolcezza
Sa che non esiste nessun successo come il fallimento
e che il fallimento non è affatto un successo.
Outlaw Blues e On The Road Again, pur se basati su classiche strutture blues, sono i due pezzi più vicini all’emergente rock’n’roll. Sono vibranti, scatenati, fatti di riff implacabili. Il primo pezzo annuncia il suo contenuto sin dal titolo: è il blues del fuorilegge, l’uomo che si sta tirando fuori dalla società. Woody Guthrie, il primo maestro di Bob Dylan, utilizzava il termine “outlaw songs”, canzoni fuorilegge, per definire le canzoni che contenevano idee ribelli e anti autoritarie. Se Bob Dylan fino a poco prima era stato il “cantante di protesta” per eccellenza, con questo disco fa un passo avanti deciso, si pone fuori della legge. Poche parole, una poetica allucinata e dadaista e una frase manifesto, un monito all’establishment:
Ho i miei occhiali da sole scuri
e in tasca il mio dente nero come portafortuna
Non chiedermi nulla di nulla
potrebbe finire che ti dico la verità
On the Road Again profetizza quel fenomeno che prenderà piede nel giro di pochissimo tempo e che caratterizzerà l’America del decennio: la fuga di casa dei giovani per acquisire la libertà assoluta. Ma ovviamente è anche la fuga dell’artista “fuorilegge”, la resistenza alla società viene messa in atto attraverso l'auto esilio, la rimozione e la negazione. Il linguaggio usato scende nel profondo di una visione allucinata, una sorta di codice che solo pochi possono capire, ma che in realtà ha toccato tutti quelli che hanno vissuto un disagio esistenziale, nel momento in cui la famiglia è diventata luogo di oppressione e repressione:
Beh, mi sono svegliato di mattina
ci sono rane nelle mie calze
tua mamma si nasconde
nel freezer
Tuo padre entra indossando
una maschera di Napoleone Bonaparte
poi mi chiedi perché non vengo a vivere qui
(…)
Il bastone di tuo nonno
è diventato una spada
tua nonna prega davanti a foto
incollate sul cartone
tutto ciò che c'è nelle mie tasche
se l'è rubato tuo zio
poi mi chiedi perché non vengo a vivere qui
Tesoro, non riesco a credere che tu sia seria
Si prendono a pugni in cucina
Basta questo a farmi piangere
il postino arriva
e anche lui è obbligato a schierarsi
perfino il maggiordomo
deve dimostrare qualcosa
poi mi chiedi perché non vengo a vivere qui
Tesoro, perché non ti trasferisci tu?
Il fragoroso scoppio di risate del produttore Tom Wilson apre la psichedelica Bob Dylan’s 115th Dream, quando Dylan attacca la prima strofa da solo alla chitarra acustica e si deve interrompere e riprendere per lasciare che la band si riunisca a lui. Che stiamo facendo ragazzi? Questo è un disco rock, sembra dire. Strutturata come i vecchi talkin’ blues che Dylan aveva usato spesso in passato, è in realtà una trascinante cavalcata rock in cui l’artista mostra come si senta a suo agio in questa nuovo approccio. Il testo è delirante, pieno di immagini apparentemente senza senso, ma che invece descrivono benissimo il caos di una società in rapido mutamento. E’ la rilettura “acida” e drogata della scoperta di una nuova America da parte di Padri Pellegrini che sono diventati degli hippie “stonati”:
Navigavo sul Mayflower
quando mi sembrò di aver visto terra
(…)
“Penso che la chiamerò America”
dissi quando sbarcammo
inspirai profondamente
poi caddi, non riuscivo a stare in piedi
Il Capitano Arab cominciò
a fare una lista di cose
Disse, “Costruiamo un forte
e compriamoci la zona con le perline”
poi arrivò lo sbirro giù dalla strada
pazzo come un matto
Ci ha portati tutti in prigione
perché avevamo un arpione
(…)
Beh, bussai a una casa
che aveva esposta la bandiera americana
Dissi, “Potreste aiutarmi
o degli amici laggiù”
L'uomo disse, “Vattene da qui
o ti faccio a pezzi”
Dissi, “Sapete, hanno rifiutato anche Gesù”
Rispose, “Tu non sei Lui
vattene prima che ti spezzi le ossa
non sono tuo padre”
(…)
Beh, l'ultima volta che ho sentito di Arab
era incastrato in una balena
sposata con il vice
sceriffo della prigione
ma la cosa più divertente
mentre lasciavo la baia
è che vidi tre caravelle arrivare
verso di me
chiesi al capitano quale fosse il suo nome
e come mai non guidasse un camion
Disse che il suo nome era Colombo
Gli risposi, “Buona fortuna”
2 - Continua
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