Cose strane che ho visto
 
La favola di Anne Briggs

 

 


 

C’è chi sceglie la vita e chi la morte. Anzi, esse accadono a nostra insaputa. Accadono a chi, pur non essendosi mai incontrato di persona, condivide gli stessi demoni, le stesse passioni, lo stesso amore smisurato per la musica. A chi condivide quell’indefinibile malessere tipicamente British, fatto di fantasmi, di tristezze probabilmente indotte dal clima sempre grigio e funesto dei cieli anglosassoni, di dubbi su se stessi e sul senso della propria esistenza.

Anne Briggs e Nick Drake condividevano lo stesso amore per la musica folk, entrambi odiavano apparire in pubblico, ma se la prima odiava anche qualunque possibilità di successo, il secondo ne fu travolto dalla mancanza in modo così forte da ammalarsi senza possibilità di uscirne fuori.

Chissà se, nelle stradine di Soho di fine anni ’60, nei club che entrambi frequentavano o nelle serate a casa di appassionati di musica folk, i due si erano mai incontrati. È probabile di sì, ma lei era troppo legata allo straordinario e immenso chitarrista Bert Jansch per notarlo, e lui era troppo chiuso in sé stesso per fare altrettanto.

Se Nick Drake era nato nelle lontane provincie asiatiche dell’allora Impero Britannico, appartenente a una agiata famiglia dell’alta borghesia con a disposizione i migliori studi e la migliore cultura, Anne era rimasta orfana di entrambi i genitori a pochi anni e cresciuta dagli zii paterni nella provincia del Nottinghamshire. Aveva visto la madre una sola volta, nel sanatorio dove era ricoverata, ma non aveva capito chi fosse quella donna malata. Ribelle e solitaria sin da piccola, era stata colpita e influenzata dal protagonista del Libro della Giungla, il bambino cresciuto con i lupi, Mowgli: “Ho imparato a leggere quando avevo circa cinque anni e tutto ciò che volevo era Mowgli", dice. "Mowgli poteva fare tutte le cose che a me non era permesso fare". "Sono sempre stata una persona che ama stare all'aria aperta”, aggiunge. Ecco perché sulle copertine dei suoi pochi dischi appare mentre sbuca dagli alberi. In compagnia di un cane lupo. Come tutti i ragazzi della sua età, che fossero in America o in Inghilterra, a farle compagnia era una stazione radio che trasmetteva antiche canzoni popolari. Da autodidatta imparò a cantare e a suonare la chitarra e un giorno, quando nella sua città arrivò l’etnomusicologo Ewan McColl, che guidava una commissione dei sindacati per conoscere e diffondere la musica popolare, a soli 15 anni le chiesero di esibirsi, impressionando tutti.



Anne aveva una voce profonda, vellutata, malinconica e ricca di emozioni. In una parola: incantevole. "La schiettezza della sua voce e la purezza della sua voce: è come un pugnale. Ti trafigge”, dirà la grande cantante folk Eliza Carthy. Due anni dopo fugge per andare a Londra, più che altro, per dirla alla Springsteen, per fuggire “da una città di perdenti” che per altro. Non aveva mai pensato di fare la cantante professionista, per quanto amasse cantare. Nel villaggio da cui proveniva era conosciuta come "la bohémienne”: “Ero piuttosto dura per i miei zii, perché eravamo in questa piccola comunità di villaggio e non mi comportavo nel modo giusto. Non la vedevo così. Vedevo solo che era inevitabile che dovessi cogliere ogni possibilità, ed ero particolarmente incazzata per il ruolo che le ragazze della classe operaia ricoprivano nella vita. Ero così incazzata. Era orribile."

Un po’ come successo al giovane Bob Dylan quando arrivò la prima volta a New York, anche Anne venne adottata da qualcuno, nel suo caso Gill Cook, che lavorava presso il negozio di dischi folk Collet’s ed era la benevola madre di famiglia per i vagabondi e i disadattati del folk revival. La famiglia della cantante cercò di ottenere un'ingiunzione del tribunale per riportarla a Toton, ma – poiché mancavano solo poche settimane al suo diciottesimo compleanno – rinunciò. Improvvisamente, Briggs sentì di poter avere la libertà che desiderava.

A Londra ritrova un chitarrista che aveva già incontrato anni prima mentre faceva l’autostop nei suoi vagabondaggi, Bert Jansch. I due vanno a vivere insieme, attratti sentimentalmente ma soprattutto musicalmente. È lei a insegnare alla futura stella dei Pentangle tante canzoni, tra cui Blackwaterside, che i Led Zeppelin rubarono per farne la loro Black Mountain Side.

Fino a quando una sera, in un club, trova il coraggio di salire sul palco: “Questa figura minuta si alzò e cantò come un uccello, con quel senso di libertà e purezza", racconta la folksinger Frankie Armstrong. "Ero assolutamente sbalordita. Per quanto riguarda il tipo di canzoni che cantava all'epoca, non pensavo ci fosse nessuno che potesse eguagliarla".

La Briggs in realtà era già apparsa in due compilation di musica folk: la prima, The Iron Muse, nel 1963; la seconda, nel 1966, una raccolta di brani a contenuto erotico, per l’epoca qualcosa di oltraggioso, The Bird in the Bush. L’esordio vero e proprio sarà un EP di quattro brani, The Hazards of Love, nel 1966, contenente una bellissima ripresa del classico folk Polly Vaughan. Ma non solo: la sua rivisitazione del canto marinaresco Lowlands, trasformato in una malinconica canzone d'amore, avrebbe fatto dire a June Tabor: “Un disco magico. È completamente spontaneo. Aveva le decorazioni di uno stile di canto irlandese, ma c'era anche molto di lei e del suo stile delle Midlands. Era una musica che mi ha fatto ricordare cose che non avrei mai potuto conoscere".

I demoni, però, perseguitavano Anne. Si unì a uno scozzese che abusava di lei violentemente. A tirarla fuori da quella relazione tossica fu Hamish Henderson, il più importante protagonista del folk revival scozzese. Lei reagiva a queste cose con il suo stile ribelle che aveva sin da bambina. Ci sono molte storie di quel periodo su di lei, come quella di aver spinto violentemente i folksinger Johnny Moynihan e Andy Irvine fuori da un fienile e, in un'altra occasione, di essersi tuffata in mare a Malin Head, nel Donegal, per inseguire le foche. In un episodio di Folk Britannia (un documentario sulla storia della musica folk del Regno Unito trasmesso nel 2006) Richard Thompson ha ricordato di aver incontrato la Briggs solo due volte e in entrambe le occasioni era ubriaca e priva di sensi. In quegli anni fa avanti e indietro tra Londra e Dublino, esibendosi numerose volte con Moynihan nella capitale irlandese. In quel periodo va anche a vivere su una spiaggia irlandese per diverse settimane, completamente da sola.

Nelle notti peggiori, Briggs si dissolveva sul palco, dimenticando i testi e abbandonando le canzoni mentre lottava con il suo atteggiamento profondamente ambivalente nei confronti dell'esibizione. Cantava sempre con gli occhi chiusi, senza fare alcun tentativo di raggiungere il pubblico; le sue notti trascendenti potevano essere quelle in cui riusciva a ignorare completamente il pubblico. "Cantavo sempre da sola", dice, con un'espressione momentaneamente allegra. "Odiavo stare di fronte a un pubblico. Ero nervosa. Ero così fottutamente nervosa. Sono così fottutamente nervosa di essere qui con voi. Non mi piaceva essere osservata. Non mi piaceva che mi scattassero foto. Forse sentivo di non aver mai avuto il potere di essere importante."

Nonostante questo, la sua abilità musicale cresceva: imparò a suonare anche il bouzouki, allora quasi sconosciuto in Inghilterra. Quando i Pentangle del suo ex Bert Jansch ottengono un contratto discografico, nel 1968, anche la Briggs ne ottiene uno, ma il suo esordio sulla lunga distanza esce solo nel 1971, intitolato con il suo nome. Un disco che contiene per metà canzoni a cappella tradizionali e per metà brani suoi e mostra la sua magnifica autorevolezza nell’impadronirsi della musica popolare inglese.

Ma nello stesso anno esce un nuovo disco, il disco definitivo di Anne Briggs, The Time Has Come. Ascoltato oggi, è impressionante come il suo stile chitarristico ricordi quello di Nick Drake: stesse ardite accordature aperte, stesso canto intimo e sofferente, stessa ricerca di qualcosa di indefinibile eppur necessario per sopravvivere. Un disco dai toni lugubri, come lo sarebbe stato Pink Moon. Tangled Man, soprattutto, avrebbe potuto essere stata scritta da Drake.

La title track era già stata registrata dall’ex tastierista degli Animals, Alan Price, e in molti altri l’avrebbero incisa, tra cui i Pentangle di Jansch.

Il disco non ha un grande successo, ma la cantante ottiene dalla CBS, per cui lo ha inciso, un contratto di 500 sterline all'anno per produrre un LP per cinque anni. Intanto ha avuto un figlio, e quando torna in studio per incidere il seguito, per la prima volta accompagnata da un gruppo rock, i Ragged Robin, è di nuovo incinta. È così delusa dal risultato che restituisce alla casa discografica le 500 sterline purché non venga pubblicato. Uscirà più di vent’anni dopo.

Contiene brani tradizionali come Hills of Greenmore e sue composizioni come Summer's In e Travelling's Easy, malinconiche e luminose allo stesso tempo, e un po’ più di vivacità alla Fairport Convention in Sing A Song For You e Sullivan's John, ma Briggs rimane profondamente ambivalente riguardo alle registrazioni: “Ero di nuovo incinta. Lo feci solo per soldi. Pensavo: devo provvedere ai bambini. Ne avevo due, uno era ancora dentro”.




Stanca e piena di dubbi, decide di troncare la sua carriera musicale. Non spiegherà mai il perché. In una recente intervista alla rivista Uncut, dirà: “Non avevo alternative", dice, con la pelle d'oca che le si rizza mentre cerca di scacciare le domande sul perché si sia fermata. "Non avevo alternative". Per i soldi? Per la responsabilità di avere figli? "Non insistere. No. Ti stavo dicendo: non avevo alternative." E questo è tutto ciò che è disposta a dire. “Ho avuto una vita dura", dice, senza cercare compassione. "Ho avuto una vita davvero dura. "Non so chi sono, non so cosa sono... ma sono".
“Non so chi sono, non so cosa sono… ma sono”.

Meno di un anno dopo le sue ultime registrazioni, lontano da Londra, Nick Drake prende una dose eccessiva di sonniferi e muore.

Le isole Ebridi sono un posto dai panorami mozzafiato, tormentato da un vento continuo e impetuoso, dove si trovano piccoli villaggi, una comunità amichevole, e dove il tempo scorre lentamente. Spiagge spettacolari, scogliere, brughiere e paesaggi quasi incontaminati. La vita è spesso in sintonia con le maree e le stagioni. Tutto quello che la piccola Mowgli aveva sempre desiderato, ed è qui che sarebbe fuggita a vivere. Lontana da Londra, lontana dai palcoscenici che la terrorizzavano, lontana da storie brutte, violente e soprattutto lontana dai suoi demoni.

Nonostante le tante richieste, Anne Briggs ha sempre rifiutato di tornare a incidere, ma non ha mai smesso di cantare e suonare la chitarra. Sarebbe tornata in pubblico nel 1993, per prendere parte a un documentario della BBC dedicato al suo vecchio amico Bert Jansch. I due cantano e suonano insieme le sue Go Your Way e Blackwater Side. Le immagini sono impressionanti: è come se il tempo non fosse mai passato. Anne è magnifica alla chitarra e alla voce.

Nel 1970 Sandy Denny le dedicò un brano, The Pond and the Stream, nell’album Fotheringay, mentre nel 2021 Robert Plant e Alison Kraus hanno inciso una cover di Go Your Way.

 

Forse, da qualche parte tra le stradine di Sono, il fantasma di Nick Drake sta cercando Anne Briggs.

 

  


  

 

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