
Blue Moon: la più grande ballata di Elvis Presley? Si sente il suono minimale, tappeggiato, a tenere un ritmo ultraterreno, una chitarra che sembra sia stata registrata in un’altra stanza, anzi fuori, lontano qualche chilometro. La voce di Elvis ha un’eco inquietante ed è in ritardo, sembra anch’essa provenire da altrove. E’ una incisione che terrorizza, che fa paura, che esprime una sensazione di disagio e di allarme profondo, e allo stesso tempo di inestinguibile solitudine. Qualcosa che allora, negli anni 50, nessuno avrebbe mai osato fare. Blue Moon , incisa da Elvis Presley nel 1954 , esprime un senso di solitudine, di angoscia, di paura, portando l’ascoltatore tra le paludi del Mississippi, o nel cimitero di Tupelo, dove in una scatola per scarpe è stato sepolto il suo gemello, nato morto al momento del parto. Sembra di percepire un lupo ululare nella notte oscura alla luna, si percepiscono vibrazioni oscure e cuori devastati. Effettivamente il ti...