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Amore e furto  o la tecnica dei loci in Bob Dylan La  tecnica dei loci  (plurale del termine  latino   locus , che significa "luogo"), anche chiamata " palazzo della memoria ", è una tecnica  mnemonica   introdotta in antichi trattati di   retorica   greci   e   romani  ( Rhetorica ad Herennium ,  De oratore , e   Institutio oratoria ). La tecnica dei loci viene anche chiamata "Metodo del viaggio" ( Journey Method , in inglese), in cui vengono immagazzinate liste di elementi, oppure tecnica della  Roman Room  (ovvero "della stanza romana"), che risulta più efficace per una memorizzazione di informazioni prive di relazione tra loro. In pratica, si tratta di un metodo di miglioramento della memoria che utilizza la visualizzazione di elementi per ricordare e organizzare le informazioni. (…) L'utilizzo di luoghi e posizioni fisiche era particolarmente presente nelle tecniche mnemoniche antiche, tuttavia il termi...
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  Mark Knopfler Il lungo viaggio del "geordie man" È una bella giornata primaverile del 2007, ed è strano vedere un cielo così limpido e tanto sole a Londra. Mi sto incamminando verso un hotel di lusso nella zona nord, uno di quegli hotel posh dove i musicisti rock di fama incontrano i giornalisti. Sono emozionato: sto per incontrare uno dei miei artisti preferiti per un’intervista esclusiva, solo io e lui. Una cosa difficile da ottenere con personaggi così importanti, che di solito preferiscono raggruppare più giornalisti, dato che, comprensibilmente, fare interviste da una vita può essere una delle attività più noiose della loro professione. Bob Dylan, del resto, una volta disse che essere intervistati è noioso come andare a pescare… Amo Mark Knopfler da quel giorno del 1978, quando entrai in uno dei miei negozi di dischi preferiti. Il proprietario, mentre io scartabellavo i vinili come al solito senza una lira in tasca, si rivolse tutto eccitato a un altro cliente: “Devi ...
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  Un vento idiota   “Idiot wind, blowing through the buttons of our coats / Blowing through the letters that we wrote . . . We’re idiots, babe, it’s a wonder we can even feed ourselves”     “Se soltanto Bob Dylan ci desse un altro disco come Blood on the Tracks , disse anni fa Keith Richards. Jakob Dylan, l’ultimo figlio del cantautore, l’unico ad avere tentato peraltro con successo la carriera del musicista, disse a proposito di quell’album “Non riesco ad ascoltarlo, quelli sono i miei genitori che parlano”. E chi più di un figlio che viveva nella stessa casa di quei due avrebbe potuto riconoscere nei versi di quelle canzoni i suoi genitori? L’autore però ha sempre negato, anche in maniera brutale, che quel disco parlasse dei suoi problemi con la moglie, Sara Lownds , spingendosi fino ad affermare che fosse ispirato ai racconti di Anton Čechov. Ha persino mostrato fastidio per l’idea che le persone si identifichino con il dolore espresso nell’album. ...
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 CROZ Il navigatore dell'assoluto "Mi sento come un bambino selvaggio, ingenuo e perso. Mi sembra di non aver mai imparato nulla, come se fossi intrappolato in un ciclo di aspettative tradite. Cose che dovrebbero accadere, ma non accadono. Possibilità che esistono, ma non si concretizzano. Mi manca la chiarezza, non vedo, non capisco. Forse sono solo un uomo terribilmente sciocco." David Crosby era una figura straordinaria. Un uomo di contrasti e contraddizioni, capace di suscitare tanto ammirazione quanto critiche. Chi l’ha conosciuto di persona lo descriveva come narcisista, autoreferenziale, convinto della propria grandezza. Forse, però, non sbagliava. Le ombre della sua vita sono note: gli abissi della droga, l’arresto per possesso di crack e armi, il vuoto creativo che l’aveva reso incapace di scrivere o esibirsi. Lui stesso, nella sua autobiografia, non nega nulla. "Mi hanno buttato fuori dai Byrds perché ero uno stronzo," ammette senza mezzi termini nel d...