
Dalle lamette all’Hallelujah: Leonard Cohen negli anni dell’ombra e della luce "Ci demmo appuntamento per ascoltare le sue nuove canzoni. Mi aspettavo che, come l’altra volta, Cohen si sarebbe presentato con la sua vecchia chitarra spagnola, con cui aveva sempre inciso i suoi dischi. Invece rimasi sbalordito: con sé aveva una piccola tastiera elettronica Casio." Così racconta John Lissauer l’inizio di una nuova era, quel giorno del 1983 in cui Leonard Cohen gli chiese di produrre il suo nuovo disco. Lissauer non era uno qualunque. Era colui che nel 1974 aveva orchestrato New Skin for the Old Ceremony , il primo vero tentativo del cantautore canadese di circondarsi di un ensemble, di un suono più ricco, più profondo, più orchestrato. Prima di allora, le produzioni di Cohen erano ombre sottili: qualche arco sussurrato, cori femminili eterei, e sopra tutto, la sua voce austera accompagnata da una chitarra maldestra e ostinata. Dischi scuri, spogli, appena accennati. E ne...