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Visualizzazione dei post da luglio, 2025
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  Dalle lamette all’Hallelujah:  Leonard Cohen negli anni dell’ombra  e della luce "Ci demmo appuntamento per ascoltare le sue nuove canzoni. Mi aspettavo che, come l’altra volta, Cohen si sarebbe presentato con la sua vecchia chitarra spagnola, con cui aveva sempre inciso i suoi dischi. Invece rimasi sbalordito: con sé aveva una piccola tastiera elettronica Casio." Così racconta John Lissauer l’inizio di una nuova era, quel giorno del 1983 in cui Leonard Cohen gli chiese di produrre il suo nuovo disco. Lissauer non era uno qualunque. Era colui che nel 1974 aveva orchestrato New Skin for the Old Ceremony , il primo vero tentativo del cantautore canadese di circondarsi di un ensemble, di un suono più ricco, più profondo, più orchestrato. Prima di allora, le produzioni di Cohen erano ombre sottili: qualche arco sussurrato, cori femminili eterei, e sopra tutto, la sua voce austera accompagnata da una chitarra maldestra e ostinata. Dischi scuri, spogli, appena accennati. E ne...
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Cose strane che ho visto   La favola di Anne Briggs       C’è chi sceglie la vita e chi la morte. Anzi, esse accadono a nostra insaputa. Accadono a chi, pur non essendosi mai incontrato di persona, condivide gli stessi demoni, le stesse passioni, lo stesso amore smisurato per la musica. A chi condivide quell’indefinibile malessere tipicamente British, fatto di fantasmi, di tristezze probabilmente indotte dal clima sempre grigio e funesto dei cieli anglosassoni, di dubbi su se stessi e sul senso della propria esistenza. Anne Briggs e Nick Drake condividevano lo stesso amore per la musica folk, entrambi odiavano apparire in pubblico, ma se la prima odiava anche qualunque possibilità di successo, il secondo ne fu travolto dalla mancanza in modo così forte da ammalarsi senza possibilità di uscirne fuori. Chissà se, nelle stradine di Soho di fine anni ’60, nei club che entrambi frequentavano o nelle serate a casa di appassionati di musica folk, i due si erano mai incontra...